Alpe Toso – Val Sesia

Claudio mi scrive che il giorno 2 Giugno viene riaperto il “Punto d’appoggio dell’Alpe Toso” e propone di andarci ma il giorno 1 Giugno prima dell’ apertura e così lo accontentiamo. Sempre Claudio dice che avremo anche l’occasione di vedere le peonie alpine in fiore (purtroppo neanche una peonia abbiamo visto, causa le condizioni meteo degli ultimi tempi). Lasciamo l’auto nei pressi del bell’abitato di Rassa, risaliamo su asfalto e deviamo a sinistra per destinazione Alpe Toso. Il percorso è ben segnato. Superiamo alcuni alpeggi ben curati e con simpatici lavori su legno. Un ultimo tratto leggermente ripido ci porta alla nostra meta dove stanno ultimando i lavori per il giorno dopo. Subito dopo pranzo decidiamo di scendere a valle visti alcuni nuvoloni scuri arrivare verso di noi. Discesa tranquilla e dopo avere visitato Rassa ritorniamo alla macchina mentre comincia a piovigginare…che fortuna!!!

Amici della Montagna: Claudio-Flavio-Gildo-Mario

 

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10 commenti:

  1. Claudio Marchisotti

    Sempre stupende le tue foto

    • Grazie ma guarda che sul sito ci sono anche le tue foto e quelle di Mario…tutte belle. Come dicevano i vecchi, l’unità fa la forza! Ciao e buona giornata!!!

  2. Carlo Brambati

    Bel giro. Quanti lavori con il legno. Belle foto.

    • Hai ragione…è stata una sorpresa anche per me vedere quelle stupende opere col legno. La zona è bella…ci sono già stato nella zona a fare altre belle gite anche con ciaspole e sci ma…ci vuole troppo tempo per arrivarci! Ciao!!!

  3. Alessandro Blotto

    Complimenti per la bella escursione.
    La struttura è ben diversa rispetto a quando siamo stati Francesca ed io l’ultima volta!!!
    Un saluto.

  4. Ezio Cappelletti

    bello tutto !!!!!

    • Grazie fratellino…mi spiace che in questo periodo sei impegnato ..ma arriveranno momenti migliori per andare a fare qualche bel giro sui nostri Monti! Ciao

  5. Il bivacco all’Alpe il Toso (settembre 2004)
    Accade a volte di cercare un luogo remoto, un ricovero essenziale, che ci ripari dalla notte, facendoci pero’ ascoltare i rumori della Natura.
    I figlioletti di alcuni miei conoscenti, certe sere d’estate si fanno accompagnare dal papa’ nella baita in un maggengo sui monti di Trontano, per fantasticare sul fieno che la loro nonna aveva approntato piu’ di 50 anni fa.

    I piu’ grandi percorrono magari piu’ di una passo di montagna per portarsi finalmente in un baitino abbandonato, o addirittura una piu’ spartana balma, e sentirsi cosi’ lontano da tutto, quasi proiettati in un mondo nuovo. Posti cosi’ ve n’e’ dappertutto, ma ognuno ne ha uno proprio nel cuore.

    Sabato scorso, grazie ai suggerimenti dell’amica Valentina, ho scoperto con amici il Punto d’Appoggio Alpe il Toso, un bivacco approntato nel 1976 dal CAI di Varallo e dalla gente dell’abitato di Rassa, Val Sorba, una laterale della piu’ estesa Val Sesia.

    A differenza di tanti bivacchi che vengono oggi approntati sulle nostre Alpi, la baita dell’Alpe il Toso e’ assolutamente originaria, in muratura senza intonaci, col tetto in piode direttamente sugli assi, senza coperture interne, nessun pannello solare a deturparne il profilo.

    L’interno ben organizzato, con un angolo per il fuoco su cui cuocere, aspirazione d’antan, direttamente dalle piode; una stufa di ghisa molto efficiente, poche supellettili per preparare del cibo caldo; la legna bisogna raccoglierla al limitare del bosco. Fuori, una valle bellissima, ancora caricata da poco bestiame, che va inesorabilmente inselvatichendosi. Un sentiero ben tracciato porta a diversi Passi alpini, sia in Val Sesia, che nel Biellese o nella Valle di Gressoney, dopo lunghe escursioni.

    Trascorsa una simpatica e allegra serata con gli amici, e alimentata la stufa ancora un po’, e’ arrivato finalmente il momento di isolarsi e farsi quasi accarezzare dagli innumerevoli spifferi portati da un vento teso. Il lontano rumore del torrente che scende dal fianco della valle, due allocchi che si sono cercati un bel po’ nella notte, i rumori della notte interrotti ogni tanto dai compagni che dormivano. Bisogna proprio tornarci da soli!

    Il giorno dopo un’anziana valligiana, che ora aiuta a portare avanti la locanda della figlia maggiore, vedendomi scendere con lo zaino pesante e i resti della bisboccia, mi ha rivolto un caldo sorriso e mi ha fatto tante domande. Sopratutto si e’ detta contenta che c’e’ ancora dei “ragazzi che vanno sui nostri sentieri, e usano quel ricovero che abbiamo preparato tanti anni fa. Se non andasse su qualcuno ogni tanto, sarebbe un’altro alpe abbandonato. Torni ancora, e vada a vedere il bivacco all’Alpe Salei (in Val Gronda), dove ho ancora le baite”.

    E’ sempre bello sentirsi ospitati con calore, e l’Alpe il Toso e’ un’altro posto del cuore

    • Ciao Antonio…mi è piaciuta molto la tua missiva e condivido i sentimenti legati ad ambienti particolari per ricordi e per l’ambiente.
      Ti comprendo e come te anch’io ho delle zone che preferisco ad altre…sentimenti e ricordi per l’ambiente o per le persone incontrate o amici ecc. …GRAZIE!
      Ciao…Flavio

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